01/07/2022

La situazione della crisi idrica di questi giorni sta mettendo ancora una volta in evidenza le problematiche connesse alla risalita del cuneo salino nei rami nel Delta del Po, fenomeno che purtroppo si ripresenta con tempi di ritorno sempre più brevi.
La portata del fiume Po da oltre venti giorni sta facendo registrare valori in rapida decrescita, toccando minimi estremi pari a 150 mc/s nelle ultime ore, determinando una spedita e progressiva ingressione del cuneo salino entro i tratti terminali del fiume Po, fenomeno che sta provocando drastiche interruzioni dei prelievi di acqua dolce ad uso irriguo dalle opere di presa consorziali registrate ormai ad oltre 30 Km dalla foce.
La situazione attuale ha costretto gli operatori del Consorzio ad interrompere totalmente le derivazioni di acqua dal Po a servizio di 15.000 ettari di terreni agricoli nel Comune di Porto Tolle e di circa 10.000 ettari nell'Isola di Ariano, determinando quindi immediate ripercussioni al mondo dell'agricoltura provocati da una riduzione della portata derivabile che, ad oggi, risulta pari al 90%.
Per far fronte a ciò, nelle aree il cui servizio di prelievo e irrigazione è stato interrotto, il Consorzio sta adottando sistemi alternativi effettuando un razionamento dell'acqua, rimpinguando il più possibile la rete di bonifica e cercando di convogliare l'acqua con attrezzature di emergenza e distribuirla nella rete irrigua.
Considerata la scarsità di risorsa, a volte disponibile anche solo per poche ore nei momenti di bassa marea, la distribuzione avviene in maniera razionata e "a turnazione", per cercare di servire quante più aziende agricole possibile che si trovano in deficit idrico anche in base alla domanda, al tipo di coltura e ai limiti imposti dalle condizioni al contorno.
Le conseguenze della risalita del cuneo salino nel Delta del Po stanno compromettendo la risorsa acqua per quanto riguarda gli usi idropotabile e agricolo, determinando inoltre un'alterazione permanente delle falde in un territorio ubicato mediamente a circa tre metri sotto il livello del mare, la conseguente perdita delle caratteristiche ecologiche ed ambientali provocando danni permanenti all’ecosistema del Delta del Po.
Con un proprio comunicato, l’Autorità distrettuale del fiume Po informa che le precipitazioni cadute negli ultimi giorni sono state molto utili negli equilibri idrologici a breve termine del fiume Po e degli affluenti, con i livelli del grande fiume che in poche ore sono passati, in prossimità della foce a Pontelagoscuro, da 161 a 200 metri cubi/secondo. L'incremento di portata non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente ma, di fatto, lo sposta in avanti di una decina di giorni, scongiurando per ora la massima conseguenza della siccità stagionale, ovvero uno stop al prelievo. Prelievi che comunque, nonostante la raccomandazione ai territori, non sono stati ridotti del 20% sull'acqua disponibile, come stabilito il 20 giugno, bensì aumentati del 10%. 

Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia oggi 1 luglio 2022 ha richiesto per la terza volta (le note precedenti erano state inviate il 21 aprile e il 21 giugno 2022) al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, la dichiarazione dello Stato di Emergenza in considerazione della crisi idrica in atto nel territorio della Regione Veneto. Le basse precipitazioni, le temperature elevate la scarsità di acqua idropotabile, le perdite elevatissime di produzione che si registrano nel settore agricolo verificate con il dipartimento della Protezione civile e Autorità di distretto pone la Regione Veneto in uno stato di elevata emergenza di rilievo nazionale come previsto dall'art. 24 del D.Lgs 2/172022 n.1. La dichiarazione dello stato di emergenza prevede un sostegno economico alle aziende con danno superiore al 30% e la possibilità di attuare interventi urgenti.