23/12/2025
Sarà ancora Lauro Ballani a guidare Confagricoltura Rovigo nel prossimo quadriennio. L’assemblea dei delegati, coordinata dal direttore Massimo Chiarelli, lo ha confermato stamattina presidente per acclamazione, nella sala associativa di piazza Duomo affollata da soci delegati con numerosi giovani. Il 9 gennaio il direttivo eleggerà i membri di giunta e i due vicepresidenti.
Residente a Polesella, 64 anni, Ballani è titolare di un’azienda agricola a indirizzo cerealicolo. “Sono felice di questa riconferma, con l’acclamazione che riconosce il grande lavoro svolto nei quattro anni precedenti – ha dichiarato -, in cui abbiamo gestito grosse problematiche come la pandemia, il crollo dei prezzi, il rincaro dell’energia, la guerra in Ucraina. Ci aspettano ora anni altrettanto difficili, ma sono sicuro che riusciremo a ottenere risultati che consentiranno alle nostre imprese di resistere e superare questa fase di particolare complessità. La grande partecipazione assembleare di oggi, con la partecipazione di numerosi giovani, ci fa ben sperare per il futuro, il ricambio generazionale e le aziende del territorio. Le sfide che dovremo affrontare riguarderanno in primis l’integrazione al reddito, la trasformazione dei prodotti, un nuovo approccio alle agroenergie e una sempre più approfondita conoscenza delle dinamiche di mercato e delle necessarie scelte aziendali per essere competitivi sul mercato globale”.
Nel discorso programmatico rivolto ai soci Ballani ha ricordato come l’agricoltura polesana sia strategica per l’economia, la tenuta sociale e il governo del territorio, con 4.287 imprese agricole e 1.305 attive nella pesca e acquacoltura, pari a un Pil di 1,4 milioni di euro.
“Il nostro impegno maggiore sarà rivolto alla modifica della Pac, la Politica agricola comune, 2028-2034 – ha detto -, che così com’è, con un taglio del 20% ai fondi, rischia di affossare il nostro settore. Servono risorse per investire nell’innovazione, nella crescita e nel consolidamento delle aziende, nel ricambio generazionale. Altro obiettivo che ci poniamo è quello del riconoscimento di alcune colture tipiche polesane e dei prodotti a marchio Igp o Dop come l’aglio bianco polesano, il riso del Delta del Po, la cozza di Scardovari, che possono portare nuova redditività e visibilità per le nostre eccellenze, che non sempre riusciamo a far valere come meriterebbero. Altra sfida sarà quella di aumentare le rese produttive, dato che la produzione agricola polesana, analogamente a quella di altre province italiane, da vari anni registra un calo delle quantità dovuto ai cambiamenti climatici e alla concomitante carenza di mezzi per la difesa. Un’altra battaglia importante che dovremo affrontare sarà quella volta a garantire la reciprocità negli scambi agricoli internazionali. Chiediamo che i prodotti che oggi invadono il nostro Paese rispettino le stringenti normative a cui sono sottoposti gli agricoltori europei, dai fitofarmaci alla tracciabilità e al benessere animale. Solo così si eviterà quella concorrenza sleale che sta danneggiando fortemente i produttori locali”.
Tra gli altri punti toccati dal presidente, la necessità di un rinnovato rapporto di collaborazione tra mondo dell’impresa e pubblica amministrazione. “Vogliamo una Regione che ascolti le imprese e semplifichi la loro vita: spesso riceviamo rassicurazioni e impegni che raramente si traducono in realtà”, ha detto Ballani. Ma per Confagricoltura Rovigo tra le priorità ci sono anche il controllo della proliferazione della fauna selvatica, in particolare di nutrie e cinghiali, che devastano frutteti, seminativi e vigneti. Infine vanno preservate le valli da pesca, minacciate da cormorani e granchio blu: “In quei siti l’attività umana è fondamentale per regolare l’afflusso e il deflusso dell’acqua per il ricambio idrico, utile a favorire il benessere del pesce presente.
