02/06/2023

Nei giorni scorsi il commissario Frans Timmermans, Vicepresidente dell’Esecutivo europeo, ha balenato l'ipotesi della mancata presentazione, attesa alla fine di giugno, della proposta di regolamento sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) a fronte della mancata approvazione da parte dell’Europarlamento delle proposte di regolamento SUR e sul ripristino della natura.

Il casus belli è stato il voto sul progetto di parere relativo alla proposta della Commissione europea sul regolamento sul ripristino della natura, svoltosi lo scorso 23 maggio in Commissione Agricoltura e sviluppo rurale (COMAGRI). Un rigetto che la relatrice del parere, On. Anne Sander (PPE) ha chiesto di vagliare altresì a livello della Commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare che a livello della Plenaria del Parlamento europeo, in modo tale da poter avviare un dialogo pragmatico con la Commissione europea. Una richiesta di rigetto fortemente sostenuta da Confagricoltura, che ritiene indispensabile rivalutare gli anni e le percentuali stabiliti dalla proposta per il completamento degli obiettivi di ripristino di alcuni ecosistemi, soprattutto per gli ecosistemi agricoli e forestali, nonché lo stanziamento di un apposito budget o fondo dedicato.

La posizione assunta dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europea è stata però fortemente osteggiata dal Vicepresidente dell’Esecutivo europeo, che ritiene indispensabili le proposte della Commissione europea sul ripristino della natura e sull'obiettivo di riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari per poter raggiungere la neutralità climatica cui l’Unione Europea aspira. Una posizione rafforzata dalla strenua volontà del Commissario di interloquire con singoli eurodeputati e “ricattando” gli europarlamentari legando il vaglio della proposta legislativa unionale sulle TEA del prossimo mese all’approvazione dei dossier su ripristino della natura e riduzione dei fitofarmaci. La Commissione europea, alla luce delle azioni del suo Vicepresidente, va assumendo così un orientamento politico dalla deriva ambientalista, con il concreto rischio di mettere a repentaglio la produzione e la sicurezza alimentare del futuro. Un’esigenza emerge con sempre più evidenza: la situazione economica degli Stati membri deve essere messa al riparo dalle ambizioni politiche che affiorano nel consesso delle istituzioni europee.