16/02/2024

“Non bisogna mettere un agricoltore contro l’altro. Sono contrario a divisioni e a segnali di inciviltà, però per me oggi andare a parlare con gli agricoltori che protestano sui trattori è stato un bagno di umiltà, che mi ha permesso di comprendere ancora di più che il vaso è veramente colmo e servono azioni molto incisive per migliorare la situazione”.

Così Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, si è espresso oggi dopo un confronto al parcheggio Euganeo di Padova con alcuni esponenti della protesta dei trattori, che ha fatto tappa nella città del Santo. Un confronto chiesto dagli agricoltori autonomi, che il presidente ha accettato prima dell’assemblea convocata dalla confederazione regionale di Confagricoltura all’hotel Crowne Plaza, dove sono arrivati oltre 700 associati da tutte le province (tantissimi in piedi fuori dalla sala) per parlare di tutte le criticità che stanno mettendo in ginocchio la categoria.

“Il momento è difficile per tutti e noi non siamo dall’altra parte della barricata – ha dichiarato Giustiniani -. L’agricoltura europea sta attraversando un momento difficile, con contrazione dei redditi o addirittura azzeramento degli stessi. Usciamo da quattro anni difficili, praticamente la tempesta perfetta: la pandemia, l’esplosione dei costi energetici, i problemi di approvvigionamento delle materie prime, l’aumento del costo del denaro. In quattro anni si sono succeduti eventi normalmente spalmati in periodi molto più ampi. La Pac, la Politica agricola comune, si sta dimostrando inadeguata ad affrontare tutte le criticità che si stanno accavallando: gli obiettivi di riduzione dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, così come la messa a riposo dei terreni, diminuiscono ancora di più la competitività delle aziende. E tutto questo mentre con gli accordi di libero mercato vengono importati prodotti che non rispettano il principio della reciprocità commerciale e le regole Ue”.

All’assemblea ha partecipato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti: “Io sono qui per ascoltare le voci degli agricoltori, per poi portare le loro istanze a Bruxelles, il 26 febbraio, in vista della presentazione del pacchetto sulla semplificazione che sarà licenziato in quella data. Stiamo trattando ai tavoli, ad ogni livello, per evidenziare i provvedimenti che mettono in difficoltà gli agricoltori, rimarcando che le risorse destinate oggi all’agricoltura europea sono la metà rispetto a quelli di vent’anni fa: la capacità competitiva dell’imprenditore agricolo è stata fortemente ridimensionata”.

Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, ha fatto le veci del padrone di casa: “Il momento è particolare, c’è tensione perché molti agricoltori sono scontenti per molti aspetti e perciò abbiamo voluto dare ascolto a queste voci e avere un momento di confronto. Che sia venuto il presidente nazionale Giansanti a metterci la faccia è un’ottima cosa. I problemi sono tanti: dalle troppe norme restrittive sul benessere animale alla crisi produttiva che colpisce tanti settori, a partire da seminativi a ortofrutta; dalla burocrazia che soffoca le aziende ai prezzi non adeguati pagati agli agricoltori. Le risorse destinate agli agricoltori sono minime: questo sta mettendo a rischio la capacità produttiva del sistema, impedendo alle aziende di essere competitive sul mercato globale”.

Infine Giordano Emo Capodilista, vicepresidente nazionale di Confagricoltura: “Oggi Confagricoltura Veneto ha convocato un’assemblea straordinaria dei soci proprio per parlare di cosa sta succedendo e di cosa stiamo facendo come associazione a livello nazionale e a Bruxelles. La parte debole della filiera ha sofferto tantissimo di troppe contingenze e si stanno cerando soluzioni su più fronti. Stiamo lavorando per trovare delle misure a sostegno della categoria. Quello che si contesta in Italia è la problematica della Pac, che è assai complicata e va a ridurre i terreni coltivati. Crediamo che questo Green Deal sia stato modulato come un Green Dream, che distoglie dalla realtà e dalla situazione socioeconomica degli agricoltori”.

Durante l’assemblea dito puntato contro la Pac (Politica agricola comune), con la richiesta di abolizione del 4% improduttivo e il no alla rotazione obbligatoria. Per il futuro si chiede che l’Europa emani normative all’insegna della semplificazione radicale, con aiuti adeguati alle aziende, con zero burocrazia. Servono, inoltre, sostegni per i settori in difficoltà come i seminativi, la frutticoltura, la zootecnia. Per quando riguarda lo Sviluppo rurale, Confagricoltura chiede che in futuro si basi su poche e chiare misure, anziché essere sottoposto a una miriade di interventi come accade oggi, che ogni Regione applica a suo modo. Altri punti ribattuti in assemblea: la necessità di bloccare le importazioni di cereali a costo zero come quelle dell’Ucraina e di far valere il principio della reciprocità commerciale (no a importazioni di prodotti che non rispettano le regole Ue); lo stop a nuove norme restrittive sul benessere animale e sull’ambiente; e infine no al taglio dell’agevolazione sul gasolio agricolo, che in Italia dovrebbe essere applicato dal 2026.