22/03/2024

Il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. L’intesa migliora molto le condizioni per le filiere italiane rispetto l’iniziale proposta della Commissione, anche se non raccoglie tutti gli elementi positivi del testo che aveva approvato dal Parlamento Ue.

L’intesa, alla quale hanno concorso in modo coeso Governo e parlamentari UE italiani, conferma la richiesta di un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040. Saranno vietati dal 1° gennaio 2030 (la Commissione prevedeva prima) alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata sotto 1,5 kg (anche se potrebbero essere ammessi per motivi di deperibilità del prodotto), imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero), e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi e la pellicola per le valigie negli aeroporti. I divieti vengono limitati ai soli imballaggi in plastica, non valgono se questa è compostabile e viene raccolta e smaltita come avviene in Italia, e per gli imballaggi compositi, in plastica e carta, per esempio.

Si potranno perciò continuare a utilizzare i cartoni del latte, gli imballaggi monouso compostabili e anche quelli di plastica per frutta e verdura, sotto al chilo e mezzo, se un Paese li riconosce come necessari per preservare il prodotto.

Per gli imballaggi di bevande alcoliche e analcoliche è fissato un target di riutilizzo di almeno il 10%. Vini e superalcolici sono però esentati. Ma sono esentati anche i Paesi che superino il target minimi di riciclo fissati dalla UE. E su questo aspetto l’Italia è sulla buona strada.

Le norme per la definizione delle regole nazionali dovranno essere definite entro due anni dall’entrata in vigore del provvedimento.