17/02/2024

Come annunciato dalla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen, la proposta di regolamento sulla riduzione dell’uso di fitofarmaci va in archivio. Va ricordato che la proposta sul taglio dei fitofarmaci (il 50% in media entro il 2030) è stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio nel giugno 2022. Da allora Confagricoltura ha avviato una costante iniziativa sulle due Istituzioni per evidenziare le conseguenze che il provvedimento, se approvato, avrebbe avuto. In sintesi, una riduzione del potenziale produttivo dell’agricoltura italiana ed europea, con il conseguente aumento delle importazioni da paesi terzi dove non è affatto scontato che le regole di produzione siano omogenee con quelle dell’Unione. Gli agricoltori, inoltre, avrebbero avuto minori strumenti di difesa contro le fitopatie rese più aggressive dal cambiamento climatico. Il dialogo con il Parlamento europeo è risultato proficuo. Lo scorso novembre, l’Assemblea di Strasburgo ha respinto formalmente la proposta della Commissione. Insomma, la decisione della Von der Leyen non giunge improvvisa, ma è la presa d’atto di una situazione diventata ingestibile per la Commissione. Un passaggio del discorso pronunciato dalla presidente Von del Leyen all’Europarlamento merita una particolare attenzione. “Gli agricoltori - ha detto - hanno bisogno di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita della resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”. Sembra aprirsi una strada nuova. Niente più divieti, ma supporti economici agli investimenti delle imprese per una maggiore sostenibilità ambientale. È la scelta fatta negli Stati Uniti, dove sono stati stanziati 20 miliardi di dollari per la transizione energetica ed ecologica del settore agricolo. Gli incentivi fanno salire gli investimenti, e gli investimenti supportano la crescita economica. Forse, non è un caso se l’economia USA continua a crescere, mentre quella europea ristagna.