03/02/2024

Il presidente Ballani: Libertà ai nostri associati di scendere in piazza. Ma per portare  a casa risultati bisogna continuare il lavoro di pressing ai tavoli istituzionali.

“Purtroppo i vertici dell’Europa non hanno compreso il livello di esasperazione che provano gli agricoltori e continuano a proseguire con la politica dei vincoli e dei divieti. E questo è il risultato”. Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo, commenta così la protesta degli agricoltori, che da settimane infiamma tutta Europa e che lunedì 5 febbraio arriverà a Rovigo, con una manifestazione in centro città che vedrà la sfilata dei trattori com’è accaduto a Verona e Mantova.
Anche Confagricoltura Veneto, sollecitata dagli associati, sta considerando di scendere in piazza a Padova per far sentire la voce del malcontento e ribadire le richieste che sono state avanzate su tutti i tavoli istituzionali, da Roma a Bruxelles.
“Le esigenze degli agricoltori in Europa in questi anni non sono state ascoltate – sottolinea Ballani -, tanto che l’Ue ha chiesto di diminuire la produttività del 20%. In questi giorni, in seguito alle nostre richieste e sull’onda delle proteste, la Commissione UE nei giorni scorsi per il 2024 di riproporre la deroga all’obbligo del 4% delle terre improduttive, inserendo però il vincolo di destinare il 7% della superficie a colture intercalari come le leguminose o azotofissatrici come la soia, da coltivare senza l’impiego di prodotti fitosanitari. Posta così la deroga diventa penalizzante. Noi chiediamo una deroga vera, senza nuovi vincoli, e lo slittamento di un anno della rotazione, perché vogliamo poter produrre per restare competitivi sul mercato. La Pac, la Politica agricola comune, va riallineata alla situazione socioeconomica attuale, con una visione che tenga conto del Covid e della guerra in Ucraina”.
In merito all’Ucraina, Ballani ricorda come l’Ue proponga di rinnovare per un altro anno le misure che aboliscono i dazi per le produzioni provenienti dall’Ucraina, con clausole di salvaguardia come quella che riguarda le uova, il pollame e lo zucchero. “A pagare il sostegno non possono essere gli agricoltori europei – spiega Ballani -. Ricordo che nel 2023 le esportazioni dell’Ucraina verso l’Europa sono raddoppiate. Alle importazioni vanno imposti chiari limiti, soprattutto a quei prodotti che non rispettano gli standard di qualità dell’Unione Europea. Altrimenti metteranno in ginocchio le aziende agricole: ogni anni il 2% chiude”.
In merito alla protesta di lunedì, il presidente tiene a precisare che “ai nostri soci lasciamo la massima libertà di partecipare. Ma al di là della piazza, che è comunque utile per far sentire la voce degli agricoltori di tutta Europa, serve poi una continua attività di concertazione,per portare a casa risultati per i produttori”.