01/03/2024

È stata persa l’occasione per segnare un punto di svolta nell’applicazione del Green Deal all’agricoltura. Con la nuova normativa verrà messo a rischio il potenziale produttivo del settore. Si tratta dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo della legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Il testo, frutto dell’accordo con la Commissione ed il Consiglio, è stato approvato nella seduta dello scorso 27 febbraio con 329 voti favorevoli, 257 contrari e 24 astenuti. Il PPE aveva proposto il ritiro del provvedimento.

La nuova legge fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’Ue entro il 20230 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. Per conseguire gli obiettivi gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitatt contemplati dalla nuova legge (che vanno da foreste, praterie e zone umide a fiumi laghi e coralli). Percentuale che aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.

Dopo il ritiro della proposta di regolamento sui fitofarmaci ci attendevamo un esito diverso. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse naturali e della biodiversità devono coesistere con la salvaguardia dei livelli di produzione. La sostenibilità ambientale non può essere perseguita contro gli agricoltori che sono i primi guardiani dell’ambiente. Serve un cambiamento di rotta rispetto alla linea finora tenuta dalla Commissione e che abbiamo sempre contestato.

“Ora facciamo affidamento sugli esiti del dibattito sul futuro dell’agricoltura che si terrà al prossimo Consiglio europeo, come annunciato ieri dalla presidente Giorgia Meloni nel videomessaggio alla nostra assemblea a Bruxelles”.