23/09/2023

Lo scorso 15 settembre, a poche ore dalla scadenza, la Commissione europea ha annunciato la revoca del blocco delle esportazioni di grano, mais, colza e semi di girasole dall’Ucraina verso Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. Nonostante il pressing politico degli Stati membri interessati, che minacciavano un blocco unilaterale verso le importazioni agricole ucraine, la Commissione europea ha mantenuto la linea politica manifestata in precedenza revocando il divieto, alleggerendo la pressione delle tonnellate di grano ucraino paralizzate dalla sospensione dell’Accordo del Mar Nero, non rinnovato a luglio.

Le conseguenze, tuttavia, non si sono fatte attendere a lungo. Polonia, Slovacchia e Ungheria, ovvero tre dei cinque Stati membri originariamente salvaguardati con il blocco delle importazioni ucraine, hanno deciso unilateralmente di estendere il divieto per salvaguardare il proprio mercato interno da potenziali squilibri generati dall’ingresso di un simile quantitativo di materie prime agricole. Tra questi, l’Ungheria ha emanato un divieto d’importazione a ben 24 prodotti ucraini, tra cui semi di girasole, carne bovina, vino, orzo e mais. Nel frattempo il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato di essere pronto a ricorrere dinanzi all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) per i divieti unilaterali imposti, mentre il Vicepresidente esecutivo con delega al commercio dell’UE Dombrovskis invoca maggiore coesione per evitare un’importante frattura all’interno del mercato unico e della stessa UE, sempre più divisa politicamente sul futuro ingresso dell’Ucraina come Stato membro.