05/12/2025
Lo scorso 26 novembre Ismea ha stato presentato il Rapporto “Qualivita” sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP STG, giunto alla XXIII edizione, che fornisce per l’annualità 2024 un’analisi dettagliata dell’andamento della Dop economy e fotografa la realtà del comparto dei prodotti ad Indicazione Geografica.
I dati del Rapporto Ismea confermano un settore economico strategico per l’Italia, con 20,7 miliardi € di valore alla produzione (+3,5% rispetto il 2023) che rappresenta il 19% del fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.
Le esportazioni raggiungono 12,3 miliardi € (+8,2% sul 2023), con una crescita complessiva, per cibo e vino, sia nei Paesi UE (+5,9%) che nei Paesi Extra-UE (+10,4%), con gli USA primo mercato di destinazione con oltre un quinto (22%) delle esportazioni italiane DOP IGP. Un focus realizzato con Origin Italia evidenzia che, a ottobre 2025, il 48% delle filiere avverte gli effetti negativi dei dazi statunitensi e il 61% dei Consorzi ha avviato strategie di diversificazione dei mercati, sebbene solo uno su tre preveda un impatto significativo dei dazi nel lungo periodo.
La Dop economy del cibo cresce e raggiunge i 9,6 miliardi € di valore alla produzione (+7,7% di crescita in un anno) e un fatturato al consumo finale di 18,7 miliardi €. Registrano un andamento di crescita: formaggi (+10,5%), ortofrutticoli (+6,0%), aceti balsamici (+7,9%), paste alimentari (+11%), oli di oliva (+46,9%) e carni fresche (+4,3%); sono piuttosto stabili i prodotti di panetteria e pasticceria (+0,7%) e i prodotti a base di carne (-0,9%). L’export supera i 5 miliardi € (5,15 miliardi €, +12,7% su base annua) con un incremento del +9,4% in UE e del +17,8% Extra UE, con un incremento a doppia cifra per formaggi, ortofrutticoli e cereali, oli di oliva.
La Dop economy del vino, dopo la battuta d’arresto del 2023, torna a mostrarsi stabile nel 2024, sia per produzione che per valore e le esportazioni riprendono a crescere. Il valore del vino imbottigliato raggiunge 11,04 miliardi €. L’export del vino per la prima volta supera 7 miliardi € (7,19 miliardi €, +5,2% in un anno).
L’impatto territoriale della Dop economy registra valori in crescita in quattordici regioni italiane su venti. Le quattro regioni del Nord-Est si confermano “motore pulsante” con un valore aggregato di 11,24 miliardi €: il Veneto è la regione trainante e sfiora i 5 miliardi di valore. Emilia-Romagna (+3,0%) e Friuli-Venezia Giulia (+8,1%) rafforzano il risultato dell’area. Molto bene nel complesso il Nord-Ovest (+7,1%), trainato per il secondo anno di fila dalla Lombardia, che raggiunge 2,9 miliardi € (+13,1%). L’area Sud e Isole aumenta del +3,4% su base annua, con Campania (+3,1%), Puglia (+12,2%) e Sicilia (+4,0%), Abruzzo (+4,1%) e Calabria (+8,2%). Il Centro, dopo la flessione del 2023, segna un ulteriore -0,9%, malgrado il lieve recupero della Toscana (+0,5%) e la crescita dell’Umbria (+3,4%).
Cresce nel 2024 il numero di Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura: 328 (189 del cibo e 138 del vino) realtà che coordinano il lavoro di 184.000 operatori (-5,6% rispetto al 2023) dei comparti cibo, vino e bevande spiritose e generano lavoro per oltre 864.00 occupati (+1,6%).
Inoltre, nel 2024, il Masaf ha riconosciuto il primo Consorzio del settore delle bevande spiritose il Consorzio Nazionale della Grappa IG.
Durante la presentazione del rapporto sono stati evidenziati aspetti positivi e preoccupazioni legati al settore.
Fattori positivi: il modello produttivo delle IG si conferma un modello produttivo vincente, dinamico, catalizzatore di interesse, in grado di generare valore diffuso sul territorio, mantenere vitali le aree interne e garantire sviluppo e competitività al sistema agroalimentare.
Preoccupazioni: le tensioni geopolitiche, i conflitti, i dazi, le controversie legate alle registrazioni dei marchi e delle denominazioni IG.
I prodotti della Dop Economy hanno un elevato valore aggiunto nell’export, per cui secondo la Fondazione Qualivita, per questi prodotti l’accordo Mercosur sarebbe positivo in quanto aprirebbe ad un ampio bacino di consumatori che conoscono i prodotti italiani.
Rispetto ai Paesi terzi, occorre fare attenzione a come si predispongono: se gli Usa sembrano chiudere sulle IG, la Cina sembra volersi affrancare come Paese del lusso e pertanto sembra aprire alle IG e la Turchia sta avanzando nel riconoscimento dei prodotti IG (su 200 richieste 43 sono state riconosciute dall’UE).
Considerato che le IG, producono, a cascata, valore nel comparto immobiliare, dei terreni e del turismo, occorre impostare strategie politiche coerenti.
Sul tema della candidatura della Cucina Italiana a patrimonio Unesco, è stato sottolineato al Ministro che occorre impostare una strategia a medio e lungo termine.
