25/06/2021

Il PSR “di transizione” 2021-2022 del Veneto potrà contare su 392,2 milioni di euro, provenienti dal fondo UE Fears per 147,2 milioni, dal programma NGEU (Next Generation EU) per 50,8 milioni, dal bilancio dello Stato per 135,9 milioni e dal bilancio della Regione per 58,2 milioni.

Si tratta di un importo ragguardevole ottenuto a seguito della ripartizione dei fondi comunitari operata dal Mipaaf dopo un’aspra battaglia tra le regioni sui criteri da adottare per la distribuzione delle risorse. Alla fine, dopo aver perso sei mesi di tempo in inutili trattative, è stato confermato il riparto proposto dal Ministero delle Politiche Agricole che prevede: nel 2021 il 90% sulla basa dei criteri storici e il 10% in base ai criteri oggettivi e nel 2022 il 70% delle risorse sulla base dei criteri storici e il 30% sulla base dei criteri oggettivi. Va detto che le minori risorse destinate alle cinque regioni che si opponevano al cambio dei criteri di riparto (Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia, Umbria) sono state compensate con un fondo nazionale del valore di 92 milioni di euro.

Le risorse disponibili a livello nazionale per il biennio ammontano complessivamente a 3,2 miliardi di euro.

A questo punto la Regione del Veneto, analogamente alle altre regioni italiane, è chiamata a presentare velocemente all’Unione Europea un aggiornamento del Piano di sviluppo rurale come previsto dal Regolamento UE transitorio 2020/2220, stabilendo con esso le misure che intende adottare nel biennio di transizione e le risorse che intende destinare alle stesse.

A proposito degli interventi che adotterà la nostra Regione, già nel gennaio scorso nel corso di un tavolo verde erano state proposte le linee strategiche e anche gli interventi che dovevano caratterizzare la spesa dello sviluppo rurale del periodo transitorio e che ora, in tempi molto brevi, dovranno essere tradotte nella definizione degli interventi finanziati e dei bandi, la cui apertura è prevista per l’autunno.

Certamente verranno aperti gli interventi relativi all’insediamento dei giovani agricoltori e all’ammodernamento delle aziende agricole, compresi gli investimenti riguardanti l’irrigazione e le emissioni in atmosfera. Spazio sarà concesso anche all’agroindustria e alla trasformazione dei prodotti agricoli. Va detto che un terzo delle risorse verrà destinata alle misure agroambientali per le quali si prevede la conferma anche per il 2022 degli interventi in atto previsti dalla misura 10 e il sostegno per nuove domande di conversione e mantenimento dell’agricoltura biologica (misura 11) e della misura 10.1.2 relativa alle tecniche irrigue. Maggiori dettagli sugli interventi e sui bandi li conosceremo nelle prossime settimane.